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11 Novembre 2011

Pozzi d'acqua in Eritrea

Il giorno 29 novembre 2011, alle ore 11.30, presso il negozio Peck di via Spadari, 9 a Milano, verrà presentata un'importante e significativa ceramica dell’Artista Gillo Dorfles, intitolata: “L'orecchio di Dio”.

Un’opera eseguita appositamente per Peck, al fine di raccogliere fondi per la realizzazione di 2 pozzi d'acqua potabile in Eritrea.

Interverranno:

  • Professor Gillo Dorfles
  • Monsignor Thomas Osman, Vescovo della Diocesi di Barentù, Eritrea
  • Padre Mauro Miselli, Segretario Missioni Estere dei Frati Minori Cappuccini della Lombardia
  • Professor Luigi Sansone, Presidente Madre Terra Onlus
  • Architetto Giorgio Casati

Grazie al coordinamento dell’ideatore del progetto, il professore Luigi Sansone, il noto artista e critico d'arte Gillo Dorfles ha realizzato, con il laboratorio Studio Ernan Design di Albisola Superiore (SV), un piatto in ceramica dipinta a mano in 100 copie numerate. Le ceramiche di 35 centimetri di diametro saranno vendute presso Peck, promotore di questa iniziativa. Ogni opera, accompagnata da un certificato di autenticità, sarà firmata, datata e numerata dall'artista.

Il ricavato verrà devoluto alle Missioni Estere Cappuccini Onlus, Milano, per costruire due pozzi d'acqua nel villaggio di Fode, nella regione eritrea di Gash-Barka, che confina a sud con l'Etiopia e a ovest con il Sudan. La regione è attraversata da due fiumi, il Gash e il Barka, dai quali prende il nome: entrambi purtroppo a carattere stagionale e frequentemente in secca. I beneficiari del progetto saranno 400 famiglie del villaggio di Fode, situato tra 3 monti, a 40 km a sud della città di Barentù, abitato da una popolazione d'etnia Kunama. Nella tradizione Kunama, il Monte Fode era considerato il luogo della Teofonia di Dio Creatore del Cielo e della Terra, il quale ogni 7 anni veniva sulla terra a giudicare il comportamento degli uomini. Attualmente il paese è fortemente penalizzato da due fattori: la scarsità delle piogge, cui fanno seguito periodi di grande siccità, e i danni arrecati dal conflitto con l'Etiopia, che hanno costretto migliaia di persone ad abbandonare i loro villaggi.

Gli abitanti della regione Gash-Barka sono dediti alla pastorizia e all'agricoltura e per l'approvvigionamento dell'acqua, in particolare le donne e i bambini, devono percorrere numerosi chilometri a piedi, portando ogni giorno pesanti contenitori d'acqua, sulle spalle o con animali da soma; inoltre l'acqua viene attinta da pozzi a cielo aperto, con grave pericolo di malattie e infezioni. La realizzazione del progetto prevede la trivellazione del terreno, l'installazione di 2 pompe a energia solare, l'acquisto delle tubature, la costruzione dei pozzi e delle fontane di distribuzione. Rendere l'acqua potabile reperibile nei pressi dei villaggi è una necessità urgente e della massima importanza, che migliorerà le condizioni igienico-sanitarie di tutta la popolazione.

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